A Eraclea il “Comitato per la difesa del Distretto Sanitario”, che qualche anno fa raccolse 3.500 firme contro la chiusura e lo spostamento dei servizi in altre sedi, è tornato alla carica. «Attualmente nella sede distrettuale di Eraclea le attività di CUP» spiegano, «ovvero di prenotazione delle prestazioni specialistiche sono aperte per un’ora due giorni la settimana, orario assolutamente insufficiente per i bisogni della popolazione di un comune di oltre 12.000 abitanti. Il punto prelievi funziona grazie al sacrificio e abnegazione di infermieri volontari e alla partecipazione alle spese del Comune di Eraclea. Ci chiediamo perché in periodo di epidemia Covid non si potenziano queste sedi periferiche, sia come punti prelievi sia come CUP. In questo momento la sede di Eraclea è un contenitore semivuoto che ospita il servizio di neuropsichiatria infantile, il punto prelievi e attività ambulatoriali provvisorie in attesa della sistemazione degli ambulatori di Jesolo. «Che ne sarà del Distretto di Eraclea tra qualche mese?» si interrogano preoccupati, «in questo periodo si stanno pensionando numerosi medici. Per alcuni è stato possibile il passaggio automatico ai nuovi medici, per altri si sono costretti gli utenti a nuove scelte. Vorremmo fossero evitate scene come si sono verificate in questi giorni al Palazzetto dello sport di Eraclea con massimo affollamento per la vaccinazione antinfluenzale e con poche dosi di vaccino a disposizione».
Nel frattempo, alla scuola media di Eraclea, una docente ed uno studente sono risultati positivi al test per il Covid-19. Di conseguenza sono stati effettuati 97 tamponi per 4 classi. La scuola è stata immediatamente sanificata e le lezioni proseguiranno regolarmente.
Scritto da Giovanni Cagnassi per il quotidiano “La Nuova Venezia”