Comune di Eraclea condannato a risarcire il comandante Finotto

Il giudice del lavoro di Venezia, Barbara Bortot, ha accolto il ricorso presentato da Domenico Finotto, comandante della Poliza di Eraclea, contro le “note di qualifica”, tutt’altro che lusinghiere, inerenti agli anni 2014 e 2015, formulate nei suoi confronti dall’Amministrazione comunale guidata allora dal sindaco Giorgio Talon. Il Tribunale ha accertato l’arbitrarietà delle valutazioni espresse dall’allora segretaria comunale Laura Bondoni, condannando il Comune di Eraclea al risarcimento del danno in misura pari alla differenza, per ciascun anno contestato, rispetto all’indennità di risultato assegnate nel 2013, per un totale di poco meno di 5mila euro, e al pagamento delle spese di lite liquidate in 4.050 euro. Nell’impugnare le schede di valutazione, la difesa aveva rilevato come i punteggi assegnati dal datore di lavoro fossero nettamente inferiori rispetto a quelli dell’anno precedente assegnati dalla medesima amministrazione (2013) ma anche rispetto a quelli degli anni successivi (2016 e 2017) con la nuova giunta. II parere espresso era talmente negativo da collocare il comandante Finotto, nel biennio 2014-2105, all’ultimo posto della classifica tra tutti i dipendenti comunali. Tale controversia si inquadra in un contesto che vede lo stesso Finotto, nel 2015, destinatario anche di tre procedimenti disciplinari – tutti già impugnati – comminati nel giro di un mese sempre dall’Amministrazione Talon che lo aveva sospeso per un bimestre senza stipendio, togliendogli anche la gestione del personale.

NEL MIRINO DEL CLAN

Domenico Finotto, 51 anni originario di San Donà di Piave, guida la polizia locale di Eraclea dal 2006. Ed è ancora al suo posto, nonostante le intimidazioni di matrice camorristica che ha subito negli anni e che hanno trovato riscontro e mittente nelle carte dell’inchiesta della Procura antimafia di Venezia che lo scorso 19 febbraio ha portato in carcere 50 persone e causato il commissariamento dello stesso Comune. Era la sera di San Valentino del 2010, quando sull’auto parcheggiata nei pressi di un ristorante in centro a San Donà qualcuno ci aveva camminato sopra ed anche urinato. Finotto denunciò tutto ai carabinieri. No, non si trattava di una bravata, di una ragazzata, bensì di un avvertimento: perchè e da chi? Ora tutto e chiaro. Dai riscontri della polizia giudiziaria è emerso infatti il progetto di un attentato contro Finotto: “Bruciategli la macchina” e l’ordine di Luciano Donadio, il presunto boss dei casalesi di Eraclea, rabbioso per le ripetute contravvenzioni al Punto Snai gestito dal primogenito Adriano nella centralissima piazza Garibaldi. Un piano che, come scrive il pm Roberto Terzo titolare del fascicolo, era andato oltre la mera ideazione, poichè i due pregiudicati incaricati avevano compiuto diversi sopralluoghi per individuare la macchina segnando il numero di targa su un foglietto poi consegnato nelle mani del boss. Col senno di poi si possono rileggere anche i due esposti anonimi fatti recapitare a tutti i consiglieri comunali: uno nel giugno 2010 per l’installazione del sistema di videosorveglianza in centro; l’altro nel febbraio 2011 perchè aveva la multa facile.

Scritto da Monica Andolfatto per il quotidiano “Il Gazzettino