Consiglio comunale straordinario giovedì sera alle 19 sul tema della legalità, poi almeno due date per una fiaccolata contro la criminalità, il 3 marzo, e un grande convegno, a Ca’ Manetti, il 6 marzo, con l’invito rivolto ad esperti in materia di mafie e criminalità. La comunità reagisce dopo il rientro a casa di Luciano Donadio e del figlio Adriano, più altri imputati che erano in carcere e sono ora liberi per la scadenza dei termini.
Il mondo sindacale, le associazioni e tanti cittadini si stanno impegnando per sollevare l’attenzione su Eraclea e questo “bubbone” che è scoppiato dopo un periodo di relativa tranquillità. Cgil, Cisl e Uil hanno organizzato la fiaccolata, poi altri si stanno muovendo per il convegno aperto alla cittadinanza nella sede di Ca’ Manetti. I fuochi d’artificio esplosi all’arrivo a casa di Donadio e del figlio Adriano in via Sarpi hanno scatenato le reazioni della politica, dei sindacati e delle associazioni. Eraclea vuole prendere le distanze da certi episodi che l’hanno catapultata all’attenzione dell’opinione pubblica nazionale. I cittadini vorrebbero fossero spenti i riflettori, riaccesi purtroppo dopo il rientro a casa del presunto boss dei casalesi di Eraclea.
Intanto, le opposizioni sono in silenzio stampa: la consegna del silenzio vale per tutti fino al Consiglio comunale di giovedì sera, ritenuto la sede opportuna per discutere pubblicamente di questi temi delicati senza strumentalizzazioni. «Ho dato il via libera alla richiesta delle forze di opposizione di un Consiglio comunale straordinario», ha detto il sindaco, Nadia Zanchin, «ma la mia posizione resta ferma e sempre la stessa: no a strumentalizzazioni di sorta. Noi abbiamo scelto le vie istituzionali, vale a dire l’incontro in Prefettura a Venezia, la massima fiducia nella magistratura e le forze di polizia. Ci saranno poi altre iniziative di sensibilizzazione attraverso incontri ed altri eventi sul tema delicatissimo».
La chiusura delle indagini sulla mafia a Eraclea è costata l’arresto di un sindaco, Mirco Mestre, la denuncia del vice sindaco, Graziano Teso, già condannato più altri 50 arresti. La scoperta di un sistema mafioso finito sotto la lente di ingrandimento della magistratura che in mille pagine di indagine ha ricostruito quella fitta rete di rapporti, minacce, estorsioni, truffe che avevano pervaso la comunità di Eraclea in tanti anni, senza che la maggior parte della gente se ne accorgesse perché sotterraneo e oscuro nei suoi metodi. I processi proseguono, ma la banda è tornata a casa e sono in molti a temere che possa riprendere le attività incriminate. E l’esplosione dei fuochi d’artificio è stato il segnale che più ha messo tutti in tensione.
Scritto da Giovanni Cagnassi per il quotidiano La Nuova Venezia