Interrogazione della Lega ai Ministri della Giustizia e dell’Interno sui fatti di Eraclea dopo il rientro degli imputati nel processo per mafia, scaduti i termini per la carcerazione preventiva. Le onorevoli Giorgia Andreuzza e Ingrid Bisa denunciano lo sconforto per i festeggiamenti «in grande stile e fuochi d’artificio» che hanno provocato anche l’intervento dei carabinieri, per celebrare la scarcerazione del presunto boss dei Casalesi di Eraclea, Luciano Donadio. «La festa risulta come un messaggio inequivocabile», sostengono le deputate, «e vuol dire, “eccomi qua, sono tornato, e sono tornato più forte di prima”. Un messaggio interno, che vale per i fedelissimi e un messaggio esterno rivolto ai 12 mila concittadini della sua città adottiva. Eraclea assiste per la prima volta nella storia del Veneto, e forse del Nord Italia, a uno spettacolo che prima d’ora non si era mai visto. Non si è trattato di una festa limitata ai parenti stretti, ma un festone con tutti coloro che condividono le scelte di una vita, nel bene e nel male». «Sconcerta e preoccupa», aggiungono, «questa evidente plateale accoglienza della scarcerazione che merita riflessione in quanto la liberazione del boss è avvenuta a fronte di una valutazione del giudice che ritiene che le esigenze cautelari possano essere adeguatamente soddisfatte mediante misure coercitive di controllo quale l’obbligo di dimora nel Comune. Ma resta ancora un processo in corso da concludere». «Inaccettabile», concludono, «che presunti boss con processi alle battute finali siano mandati a scontare i domiciliari nei territori dove per anni hanno impudentemente operato, vanificando così il duro lavoro della magistratura e delle forze dell’ordine». Segue la richiesta ai ministri su quali iniziative intendano adottare.
Scritto da Giovanni Cagnassi per il quotidiano La Nuova Venezia