Luisa Impastato ha rotto il ghiaccio lunedì alla serata sulla difesa della legalità organizzata a Ca’ Manetti. Dopo il rientro degli imputati nel processo ai casalesi di Eraclea, la città prova a sensibilizzare i cittadini con un convegno che aiuti a formare le coscienze soprattutto tra i giovani. La nipote di Peppino Impastato, vittima della mafia, ha parlato in streaming tra gli applausi della platea gremita della sala consiliare. Con lei nel parterre, l’ex sindaco di Napoli e procuratore Luigi De Magistris, Nicola Pellicani, ex deputato e membro della Commissione antimafia, il giornalista Maurizio Dianese, quindi Erika Baldin, consigliera regionale M5S e Andrea Zanoni, presidente della Commissione consiliare regionale sulla legalità.
L’ex direttore di Gente Veneta, Sandro Vigani, ha condotto la serata dando subito la parola a Luisa. «Mi dispiace non essere a Eraclea», ha detto, «ma sono contenta della grande partecipazione, segno di fiducia. Dobbiamo costruire una coscienza antimafia. Non ho conosciuto mio zio, ma ho avuto il privilegio di crescere con mia nonna Felicia, prima custode del suo ricordo. È la mia storia, mi ha travolta con la mia famiglia. Dobbiamo trasmettere i valori a chi non ha vissuto quegli anni. Peppino ha scelto di affrancarsi dalla famiglia mafiosa, di lottare contro. Poi la denuncia di Badalamenti. Oggi legalità è una parola abusata e svuotata da chi non assume atteggiamenti coerenti». «Il contrasto alle mafie non è purtroppo preminente nel nostro Paese», ha detto De Magistris, «bisogna conoscere e reagire. A Napoli, come sindaco, mi sono concentrato sull’ambiente, la lotta ai rifiuti e la filiera della camorra politica ed economica. La comunità non deve chiudersi e purtroppo la ’ndrangheta è entrata nel cuore della politica e delle istituzioni».
Intanto, la sindaca Nadia Zanchin ha preso posto in platea. Pellicani ha preso la parola subito dopo, in merito alle infiltrazioni in Veneto: «Sembra di essere tornati indietro di quattro anni, agli arresti e le prime assemblee. Era scoppiata l’inchiesta che ha interessato il Veneto. L’episodio dei fuochi di artificio, al ritorno a casa degli imputati di Eraclea, ha scosso la comunità. Sembrava che il Veneto fosse immune al fenomeno delle infiltrazioni mafiose, ma abbiamo scoperto che non è così. Dove ci sono soldi c’è interesse delle organizzazioni criminali. E non da oggi».
Scritto da Giovanni Cagnassi per il quotidiano La Nuova Venezia