Nemmeno stavolta l’ormai ex sindaco di Eraclea e avvocato Mirco Mestre, indagato nella maxi inchiesta sulle infiltrazioni dei Casalesi nella località balneare, ha potuto lasciare la cella nel carcere di Tolmezzo. Dopo che il tribunale del Riesame, a metà marzo, aveva respinto l’istanza di arresti domiciliari, ieri la gip Marta Paccagnella ha rigettato la medesima richiesta che il difensore dell’ex amministratore, l’avvocato Emanuele Fragasso, aveva depositato nei giorni scorsi, sulla scia delle avvenute dimissioni dalla carica amministrativa. Un “no” alla scarcerazione di Mestre, accusato di voto di scambio politico-mafioso, motivato sostanzialmente dal fatto che, secondo la giudice che ha firmato l’ordinanza eseguita il 19 febbraio, sussistono ancora oggi le esigenze cautelari che impongono la misura massima, ovvero il carcere, per l’ex sindaco. Sulla negazione degli arresti domiciliari all’ex sindaco potrebbero aver pesato anche le considerazioni del pm Terzo, il quale aveva evidenziato come Mestre, nel corso dell’interrogatorio, pur tra qualche mezza ammissione, non avesse mai preso totalmente le distanze dai Casalesi e comunque avesse chiesto gli arresti domiciliari nella sua casa di Eraclea, ovvero nella località dove secondo l’accusa sarebbe stato commesso il reato, in un ambiente, dunque, ancora molto “provato” dalla retata di arresti di un mese e mezzo fa. L’avvocato Emanuele Fragasso si è già messo al lavoro per scrivere l’appello sulla decisione della gip, su cui dovrà pronunciarsi il tribunale del Riesame.
Intanto Eraclea è in attesa della Commissione di Accesso. Nominata dal Ministero dell’Interno, dovrà esaminare tutti gli atti del Comune e proporre o meno lo scioglimento del Comune, primo caso in Veneto, per mafia. Perché non è ancora detto che questo sia stabilito una volta passati al setaccio delibere e determine della giunta comunale guidata fino all’arresto dal sindaco Mirco Mestre.
Da non dimenticare che l’estate è alle porte, è necessario quindi il ripascimento e una programmazione di eventi per la stagione e gli operatori sperano che tutto quanto vissuto in questi mesi non condizionino una fonte necessaria per l’economia locale.
Scritto da Rubina Bon e Giovanni Cagnassi per il quotidiano La Nuova Venezia.