Turista cade e si rompe un braccio nell’estate 2016, ora è pronto a fare causa al Comune di Eraclea per chiedere il risarcimento. Un 80enne di Favaro, non avendo ricevuto risposte dall’Amministrazione comunale attualmente retta dal commissario straordinario, ha deciso di passare alle vie legali. L’anziano era caduto sul marciapiede che presentava dei dislivelli dovuti alle radici degli alberi. Da tre anni l’ottantenne di Favaro, che tra le varie lesioni ha riportato la frattura di un braccio, e l’agenzia che lo assiste, stanno tentando di ottenere un risarcimento per i traumi riportati.
L’infortunio risale alla sera del 2 settembre 2016 ed è accaduto lungo via Dancalia ad Eraclea Mare. L’anziano era in vacanza e stava facendo una passeggiata con la moglie quando è inciampato su una bettonella di porfido rialzata di alcuni centimetri. Alla scena hanno assistito passanti, residenti e negozianti pronti a testimoniare. L’uomo è stato trasportato all’ospedale di San Donà, dove gli hanno riscontrato la frattura dell’omero destro, oltre a un brutto trauma distorsivo al rachide cervicale da colpo di frusta e contusioni varie. Oltre a dover indossare tutori e fasciarsi con bende, ha avuto un’invalidità permanente nell’ordine di 13 punti, senza poi contare il danno biologico temporaneo. La sofferenza non trascurabile è proseguita durante il corso della malattia post-traumatica, per altri sei mesi. L’anziano ha chiesto i danni al Comune di Eraclea. Nella primavera 2017, quindi pochi mesi dopo, il Comune ha proceduto al taglio dei pini marittimi e alla sistemazione dei marciapiedi di via Dancalia. Ma si è poi fermato tutto a causa della burocrazia.
«Prima l’assicurazione che copre il Comune di Eraclea per la responsabilità civile verso terzi» hanno ricostruito i consulenti «ha respinto la domanda. Poi hanno allargato le braccia, sostenendo di non poter dare corso all’eventuale iter risarcitorio in mancanza di “input” da parte dell’amministrazione. In buona sostanza, a causa del sotto organico e della gestione del commissario, si possono portare avanti solo atti ordinari. Dopo numerosi solleciti, l’anziano ora intenterà una causa civile nei confronti del Comune.
Scritto da Giovanni Cagnassi per il quotidiano “La Nuova Venezia”