«Altro che Comune di Eraclea salvato, questa città sta pagando per tutto quello che è successo». Graziano Teso inizia a non reggere la tensione accumulata in questi mesi, dal quel 19 febbraio 2019 rimasto scolpito nella storia della cittadina con l’arresto di un sindaco, mentre il suo vice, ovvero Teso, indagato per voto di scambio. E sfoga la sua rabbia con una spietata analisi. «La nostra amministrazione comunale», dice, «era già stata condannata quando è stata costretta ad andare a casa. Da un esame attento degli atti ciò non doveva accadere. Adesso si viene a sapere che il Prefetto è addirittura arrabbiato. Cosa dobbiamo capire da tutto questo? C’è chi ha parlato di atti pilotati in amministrazione, senza comprendere che non è possibile e che si va a gettare fango su funzionari che fanno il loro lavoro con sacrificio a 1.600 euro al mese. L’unica riflessione che adesso deve essere fatta è che chi doveva decidere ha deciso. Chi vuole polemizzare stia ora in pace, accolga la decisione del ministro con la opportuna serenità. Mi chiedo come affronteremo adesso una campagna elettorale in cui non si parlerà d’altro, dopo la gogna cui siamo stati sottoposti». «Non so cosa pensare della doppia morale dell’ex sindaco Giorgio Talon», conclude Teso, «visto che anche la sua amministrazione rientra nel periodo delle indagini e comunque l’opposizione è chiamata a vigilare. Io sono dispiaciuto soprattutto per la mia comunità».
Luca Zerbini, ex capogruppo della maggioranza in “Eraclea si cambia”, si stringe con tutto il gruppo attorno all’ex vicesindaco Teso. «Anche nell’interesse di tutta la comunità di Eraclea», dice, «apprendiamo con soddisfazione la decisione del ministro. È una notizia che fa bene al paese e a tutti i 12.500 residenti di Eraclea. È la conferma che la macchina amministrativa è rimasta sempre immune da qualunque contatto con forze criminali e che gli atti amministrativi adottati non sono viziati o illegittimi. Ringraziamo il commissario che ha garantito la gestioni dei servizi comunali indispensabili per tutti i cittadini, anche svolgendo la contemporanea attività necessaria agli accertamenti che si sono ora conclusi».
Scritto da Giovanni Cagnassi per il quotidiano “La Nuova Venezia”