«Ormai hanno deciso già tutto, quindi buonanotte», è la conclusione a cui giunge Graziano Teso dopo aver sentito le riflessioni della Ministra Lamorgese espresse a Dolo. Dalle sue parole è apparso chiaro il destino di Eraclea, primo Comune in Veneto che potrebbe essere sciolto per mafia. Un processo di “sanificazione” che parte dalla cittadina in cui è stato arrestato il sindaco Mirco Mestre, indagato il vice sindaco Teso, arrestate oltre 50 persone per i rapporti intrecciati con i “casalesi” di Luciano Donadio.
A Eraclea la gente ha già voltato pagina e pensa ad altro. Non si interessa più delle sorti del Comune a un anno dagli arresti e dal terremoto che si è abbattuto su una cittadina tranquilla in cui in modo sotterraneo stava accadendo di tutto. La gente nei bar o tra i negozi del Paese si limita a pochi commenti perché il resto è tabù.
Ma le parole della Ministra le hanno in realtà sentite tutti ed è stato come spargere altro sale su una ferita che non potrà rimarginarsi. «Ognuno recita un copione», liquida con un commento appassionato Graziano Teso, «con tanti attori e che appare ormai già scritto. Io sono indagato per fatti del 2006, ma episodi concreti in fondo non ne sono emersi». «Guardiamo ad esempio anche alle sagre e ai piani di sicurezza per le stesse che furono fatti da Christian Sgnaolin, poi arrestato, con i comitati e le parrocchie. Qui l’amministrazione non c’entrava niente». Teso è sibillino e sembra voler suggerire altri fronti sui quali far luce.
Le indagini per voto di scambio hanno travolto un’amministrazione ora retta dal commissario straordinario, dottor Giuseppe Vivola, che sta conducendo la macchina amministrativa mai fermata. Ha assicurato lavori per strade e piazze, scuole, e anche il ripascimento vitale per la prossima stagione. Un lavoro da uomo dello Stato che arriva puntualmente in Comune e svolge le sue mansioni in attesa della decisione finale sullo scioglimento e una nuova commissione che questa volta sarà di tre membri e potrebbe vederlo ancora al suo posto assieme ad altri tre colleghi.
A Dolo ci è andato anche l’ex sindaco di Eraclea, Giorgio Talon, che ha voluto ascoltarla e adesso non esprime commenti. La sua posizione non è mai cambiata e fino alla decisione sullo scioglimento ha deciso di non esprimersi nel modo più assoluto, neppure sui processi che pure stanno andando avanti.
Legambiente, i cui dossier su Eraclea e i sospetti di infiltrazioni risalgono a 15 anni fa, incita la comunità alla rinascita: «Ormai la strada verso lo scioglimento è avviata», dice il presidente del circolo Pascutto, Maurizio Billotto, «le parole della Ministra sono state sagge e misurate. Ora da Eraclea deve iniziare una rinascita per tutto il Veneto che in nessuno luogo è immune dalle infiltrazioni della criminalità».
Scritto da Giovanni Cagnassi per il quotidiano “La Nuova Venezia”