Era stato espulso per una irregolarità nel suo permesso di soggiorno e dopo una condanna per possesso di droga, ma è tornato in Italia, finendo così agli arresti all’inizio di dicembre.
Martedì il 26enne kossovaro Edmon Balaj – già sotto processo con il cugino Kajtaz Kukiqui, per lo spaventoso incidente stradale nel quale è rimasto ucciso l’incolpevole Giuliano Babbo (nella foto), il 25 maggio 2017, mentre stava tornando verso casa, nel comune di Eraclea, al termine del suo turno di lavoro alla 3B di Salgareda – è stato condannato dal Tribunale di Venezia a un anno e 4 mesi di reclusione.
Il suo avvocato, la legale Alessandra Nava, ha scelto il rito abbreviato, che prevede lo sconto di un terzo della pena in cambio di un processo più celere, con i documenti agli atti e senza testi.
Cinque mesi dopo l’incidente mortale per il quale è a giudizio per omicidio stradale – accusato dalla Procura di aver ingaggiato una gara notturna con il cugino Kukiqui (che era alla guida dell’auto che si è poi scontrata con quella di Babbo, uccidendolo) – i carabinieri della compagnia di Conegliano, avevano arrestato Balaj di nuovo, perché in casa deteneva quasi mezzo chilo di marijuana con un principio attivo molto alto tanto da poterne ricavare oltre 2 mila dosi.
Nel corso della perquisizione dell’abitazione dell’uomo a Salgareda, i carabinieri trovarono anche una pistola Browning’s calibro 7.65 con 17 proiettili. Per questo fatto, Balaj è stato condannato nel luglio del 2018 dal Tribunale di Treviso a 2 anni e 4 mesi di reclusione. Pochi giorni dopo il giudice di Sorveglianza di Venezia ne aveva disposto l’espulsione dal territorio italiano, rimpatriandolo in Kossovo. Ma a dicembre di quest’anno è stato nuovamente trovato in Italia dalle forze dell’ordine e così era scattato l’ennesimo arresto.
Il 6 marzo, intanto, ci sarà la nuova udienza per la morte di Giuliano Babbo – e, probabilmente, la sentenza – nel processo che vede i due cugini accusati di omicidio stradale, omissione di soccorso e violazione dell’articolo 9ter del codice della strada sulle gare di velocità, per l’incidente mortale avvenuto nella notte del 15 maggio 2017, lungo la bretella del centro commerciale “Piave” a San Donà.
Secondo la Procura di Venezia, quella notte i due cugini kosovari stavano ingaggiando una gara di velocità lungo via Del Monaco. All’improvviso l’Audi A3 di Kukiqi si schiantò contro la Ford Focus dell’operaio di Eraclea, che stava tornando a casa dopo il turno di lavoro in fabbrica alla 3B di Salgareda. L’Alfa 147 di Balaj, invece, non era stata direttamente coinvolta nello schianto.
Dopo il pauroso frontale, i due cugini – che hanno sempre negato la “gara” – erano scappati, venendo poi rintracciati e arrestati.
Scritto da R.D.R. per il quotidiano “La Nuova Venezia”