Chiusa definitivamente l’acqua potabile al Residence Mimosa in Via Magnolie, trenta famiglie in emergenza a Eraclea mare. Veritas ha messo i sigilli al contatore dell’acqua degli appartamenti del residence a quanto pare per morosità. Un locatario avrebbe maturato infatti un debito con Veritas di circa 40.000 euro. I residenti hanno raccontato questa vicenda perché alla vigilia di Natale non sanno ancora cosa fare. Molti si sono trasferiti dai parenti, altri si arrangiano come possono.
«Veritas, che evidentemente non riceve il pagamento dell’acqua chissà da quanto tempo», raccontano, «è stata costretta a chiudere l’acqua in modo definitivo a noi affittuari ignari di tutto, lasciando solo un cartello trovato nella spazzatura. Non sappiamo chi l’abbia buttato via, ma non è la prima volta che degli avvisi importanti vengono gettati. “Veritas chiude l’acqua per morosità”, c’era scritto a chiare lettere, lasciandoci abbastanza perplessi. Così abbiamo deciso di approfondire la questione insieme ad altri condòmini».
Le informazioni che hanno raccolto finora sono molto confuse e anche chi dovrebbe gestire gli appartamenti non è stato di particolare aiuto. «Un altro aspetto da evidenziare», proseguono, «è la condizione in cui si trovano i poveri affittuari, senza acqua da giorni, che hanno sempre pagato e che adesso si ritrovano con un servizio pagato che però non hanno. Per noi, come per tutti, è un grosso disagio, non solo perché l’acqua è un bene di prima necessità, ma in un periodo in cui l’acqua è davvero necessaria, nel bel mezzo di una pandemia mondiale, in appartamenti con bambini piccoli, siamo di fronte a un’ingiustizia». E aggiungono: «Ai primi di dicembre, mentre stavamo lavando i piatti, l’acqua all’improvviso è mancata. Increduli abbiamo aspettato nell’ipotesi di un problema momentaneo e dopo un’ora la situazione si è sistemata. Nei giorni successivi siamo venuti a conoscenza di quella morosità e giovedì 16 dicembre l’acqua mancava di nuovo. Così è stato per i successivi tre giorni. Veritas, il 22 dicembre, ha nuovamente chiuso l’acqua. Ci è stato detto che i sigilli erano stati manomessi e per questo l’acqua è tornata a mancare in via indefinita. Non ci resta che rivolgersi a un avvocato per chiedere i danni».
Scritto da Giovanni Cagnassi per il quotidiano “La Nuova Venezia”