L’invito a rompere il silenzio, anche scendendo in piazza a sostegno della legalità. E ancora, l’avvio di azioni concrete per contrastare la criminalità organizzata e difendere i cittadini. Sono le istanze presentate ieri sera da tutti gli amministratori durante il Consiglio comunale straordinario, convocato dopo la richiesta delle minoranze. All’ordine del giorno, un unico punto: la difesa del territorio.
I riferimenti sono alla scarcerazione di Luciano Donadio, del figlio Adriano e di altri imputati, tornati a casa per la scadenza dei termini, oltre che per i fuochi d’artificio fatti esplodere in via Sarpi vicino alla casa del presunto boss. Dopo il clamore delle ultime settimane, Eraclea prova dunque a reagire, e lo fa prima di tutto nella sede istituzionale per eccellenza, il Consiglio comunale, anche se ad assistere alla seduta sono state appena una cinquantina di persone, non molte vista l’importanza dell’argomento in discussione. Ma anche questo può essere un segnale. La discussione è durata poco più di un’ora, con condanne trasversali della “gogna mediatica” rivolta alla città e ferme critiche ad alcuni servizi televisivi per i quali l’Amministrazione e lo stesso ha chiesto parte dell’opposizione sta valutando di agire per vie legali. Nel vuoto, almeno ora, l’appello rivolto all’Amministrazione di aderire alla “marcia della legalità” promossa dai sindacati, la cui organizzazione è peraltro in fase di definizione, così come la data.
Ad aprire il dibattito è stata la consigliera Morena Causin: «La bomba ci è caduta addosso ha detto e di certo la nostra gente non merita tutto questo, la nostra popolazione sta provando vergogna. Dobbiamo essere coesi per davvero: la sindaca è andata dal prefetto senza avvisarci, non sappiamo nulla di cosa è stato detto in quell’occasione. La prima cittadina dovrebbe ricordare che rappresenta tutta la popolazione, non solo il 16% che l’ha votata. Il silenzio non fa bene, fa crescere la criminalità e la sfiducia. Dobbiamo agire concretamente contro il malaffare, la piaga dell’illegalità riguarda tutti».
Sulla stessa scia l’intervento di Gian Andrea Babbo: «Occorre dare un giudizio politico sottolinea -, non possiamo fare a meno di reagire. Abbiamo vissuto anni difficili, rischiato lo scioglimento e ora passiamo per essere il paese della malavita. Presenteremo la richiesta di una commissione permanente per la legalità». Altrettanto duro il commento di Danilo Biondi: «I fuochi d’artificio sono stati una mancanza di rispetto sottolinea Esiste anche una mentalità mafiosa, dobbiamo reagire ed essere compatti, ma se la linea dell’Amministrazione è quella del silenzio e di non scendere in piazza, io non sono d’accordo». Ferma condanna anche dal consigliere Italo Trevisiol, che ha chiesto una reazione dal Comune. Eloquente l’intervento di Giovanni Burato, che ha iniziato il suo discorso restando in silenzio per alcuni secondi: «È il silenzio dell’amministrazione ha spiegato, un modo di fare che genera paura e viene occupato da altro».
La sindaca Nadia Zanchin è rimasta ferma sulle sue posizioni. «Io sono il sindaco, ma non vengo invitata alla manifestazione dai sindacati ha risposto , mentre le opposizioni hanno detto prima ai giornali che alla sottoscritta di voler richiedere un Consiglio comunale. I processi si fanno in tribunale e non in piazza: in questo momento storico non siamo favorevoli a manifestazioni o fiaccolate, anche perché alcuni di noi sono testimoni nel procedimento. Noi chiediamo maggiore rispetto, che vale per tutte le situazioni. La città sta subendo un danno d’immagine non da poco. Se ci saranno delle proposte le valuteremo».
Scritto da Giuseppe Babbo per il quotidiano Il Gazzettino