La Laguna del Mort, è un’oasi naturalistica perennemente a rischio. Legambiente denuncia in questi giorni i danni provocati dalle mareggiate. La diga che divide la laguna dal mare è collassata in più punti. Presto la spiaggia completamente libera sarà invasa dai turisti e pendolari che ogni fine settimana si riversano in questa zona selvaggia, che è anche sito protetto e rappresenta una grossa fetta della spiaggia libera necessaria per legge a Jesolo. La spiaggia è infatti sotto la giurisdizione jesolana. Il mare è entrato fino alla laguna. E altre mareggiate ora come ora arriverebbero fino alla pineta e al vecchio argine del Piave.
L’ipotesi lanciata da un imprenditore, Giannino Tamai, di attrezzare anche questa spiaggia è stata respinta perché è un’area Sic, sito di interesse comunitario, molto amata anche dai naturisti. L’associazione TreVeNat di Daniele Bertapeppe incalza la Regione e i Comuni per avere un tratto in gestione, come ai tempi del sindaco di Jesolo Francesco Calzavara. Nicola Manente (Forza Jesolo) invoca una soluzione al più presto per la spiaggia che sarà meta di molti turisti senza regole né distanziamenti, con la difficoltà di organizzare controlli: «Non possiamo abbandonarla al suo destino quest’estate e bisogna individuare tutti assieme una valida soluzione».
Legambiente ha riacceso il dibattito dopo un inverno di mareggiate e danni che davvero hanno rischiato di veder scomparire del tutto la laguna ricongiunta con il mare dopo secoli. L’ecosistema, infatti, si è formato dopo le deviazioni del Piave e “mort” sta proprio per tronco morto del fiume all’epoca della Serenissima. «Denunciamo il danno che i turisti arrecano al sistema dunale installando ombrelloni e attrezzature sulle dune che, ricordiamo, sono aree protette», irrompe il circolo di Legambiente Pascutto Geretto con il presidente Maurizio Billotto, «tutto il sistema è oggetto di un importante intervento della Regione con il progetto” Life Redune” che, oltre a realizzare percorsi attrezzati, ha avviato importanti interventi di piantumazione per il consolidamento delle dune».
«Nell’ambito delle attività legate a questo progetto», ricorda Billotto, «sono stati posti in atto azioni di sensibilizzazione e posti cartelli informativi che, evidentemente, non producono i risultati attesi anzi, sono stati diversi gli atti di vandalismo contro le opere di protezione. Un quadro che ci preoccupa, per cui riteniamo siano necessari interventi strutturali per la protezione lato mare e di ripristino del controllo del territorio. Diversamente, in tempi molto rapidi», conclude, «non rimarrà più nulla della spiaggia che la Goletta Verde, nel 2003, inserì tra le 10 spiagge più belle d’Italia».
Una spiaggia che purtroppo è stata abbandonata a se stessa e che non rientra neppure tra i progetti del futuro villaggio turistico rurale che sorgereà alle spalle della spiaggia, in Valle Ossi, nel comune di Eraclea. Un villaggio da 14 mila presenze giornaliere, con porticciolo e piscine, che non contempla una sua spiaggia anche perché comunque sarebbe in questa zona Sic. Allora una soluzione per questo tratto non è stata ancora trovata con la conseguenza che il mare se la sta riprendendo lentamente ogni anno che passa.
Scritto da Giovanni Cagnassi per il quotidiano “La Nuova Venezia”
Visione aerea della Laguna del Mort filmata da DAV