Giacomo Girotto è scomparso a soli 11 anni al termine di una battaglia durata un anno contro un tumore. I suoi ex compagni di classe della quinta elementare sezione A della scuola Gianni Rodari e gli attuali compagni della prima C che frequentava dall’inizio dell’anno scolastico alla scuola secondaria Michelangelo dell’istituto comprensivo Calvino di Jesolo, accompagnati dalle loro mamme e papà, hanno voluto salutare per l’ultima volta il loro amico e compagno di classe con un simbolico lancio di palloncini colorati, che sono volati in cielo, ed un applauso. «Ciao Giacomino, ci hai insegnato che ogni ferita è un passaggio che porta al lato migliore di noi».
Una cerimonia gremita quella che ieri pomeriggio ha testimoniato l’abbraccio composto e distanziato delle comunità di Eraclea e Jesolo, con amici e parenti assiepati fin sul sagrato della chiesa arcipretale di Santa Maria Concetta ad Eraclea, accogliendo la piccola bara proveniente dalla cella mortuaria dell’ospedale civile di Jesolo. Giacomo se n’è andato lunedì nella sua casa di Eraclea in via Martiri della Libertà 41 attorniato dalle cure e dall’amore dei suoi genitori Elisa, farmacista, e Francesco, agente di commercio, e dei suoi fratellini Letizia, Samuele e Davide. «Avevamo ricevuto la diagnosi di sarcoma il 31 ottobre di un anno fa», racconta la mamma Elisa «Da lì per lui è iniziato il protocollo di cure e interventi fino al nuovo gonfiore alla gamba che dopo le indagini è risultato essere una recidiva della malattia che è peggiorata attaccando anche i polmoni».
A testimoniare lo strappo lasciato da questa scomparsa prematura nelle vite di chi gli era vicino il commovente messaggio che ieri gli hanno dedicato le due maestre Debora e Barbara durante la messa officiata da don Angelo Munaretto. «Ciao Giacomino», ha letto una maestra con la voce rotta dall’emozione, «trovare le parole oggi è difficile, perché non c’è niente di giusto in tutto questo. Ci siamo incontrati sei anni fa, tu e i tuoi compagni siete diventati la mitica prima A. Abbiamo vissuto molti momenti felici fino allo scorso anno, poi tutto è cambiato, hai dovuto combattere, sei stato forte, coraggioso, tenace. Ci hai insegnato che davvero ogni ferita è un passaggio che porta al lato migliore di noi. Per questo vogliamo salutarti con le parole della canzone che è diventata un mantra per te. Non ti dimenticheremo mai, i tuoi compagni e le tue maestre».
Scritto da Francesco Macaluso per il quotidiano “La Nuova Venezia”