L’ex sindaco di Eraclea Graziano Teso nei giorni scorsi ha accusato un malore in carcere ed è stato portato all’ospedale dell’Angelo di Mestre per alcuni esami e per accertamenti clinici. Dopo tutte le verifiche del caso ha fatto rientro nella cella nella quale è rinchiuso, a Santa Maria Maggiore, a Venezia. E da lì aspetta di capire se, nelle prossime settimane, potrà uscire o meno. Lui e i suoi legali, gli avvocati Dimitri Girotto e Daniele Grasso, stanno aspettando che il tribunale collegiale di sorveglianza fissi l’udienza per decidere sulla richiesta di differimento della pena o su forme di misura alternative al carcere, dopo che un primo provvedimento del magistrato di sorveglianza ha bocciato entrambe le richieste.
Malore e accertamenti medici risalgono a tre giorni fa. Teso, 74 anni, è detenuto nel carcere di Santa Maria Maggiore a Venezia da circa tre settimane dopo che è diventata definitiva, con pronuncia di Cassazione, la condanna nei suoi confronti per concorso esterno in associazione mafiosa nel processo con rito abbreviato sul clan dei Casalesi di Eraclea, con a capo Luciano Donadio.
Per Graziano Teso la Suprema Corte infatti ha confermato le sentenze di primo e secondo grado, riducendo la pena a 2 anni e 2 mesi di reclusione (contro i 3 anni e 2 mesi della condanna di appello). Da tre settimane Teso si trova in carcere. Nel frattempo dopo 3 anni di udienze e centinaia di testi, sta giungendo a sentenza il processo con rito ordinario davanti al Tribunale di Venezia – presidente Stefano Manduzio, giudici Claudia Ardita e Marco Bertolo – chiamato a giudicare i 56 imputati, tra i quali quelli che sono tuttora i presunti vertici del clan. La procura ha chiesto condanne per 452 anni. Ora la parola è passata alle difese. Le udienze termineranno la prossima settimana. La sentenza dovrebbe quindi arrivare a fine mese, inizio giugno.
Scritto da Francesco Furlan per il quotidiano La Nuova Venezia