Il sostituto procuratore Roberto Terzo ha dato per la prima volta parere favorevole a che Mirco Mestre, l’ormai ex sindaco di Eraclea in carcere con l’accusa di voto di scambio politico-mafioso nell’ambito dell’inchiesta sui Casalesi nella località balneare, possa continuare ad attendere gli esiti dell’inchiesta agli arresti domiciliari. Ad una condizione: che il luogo scelto per la misura cautelare non sia Eraclea. Da quando, il 19 febbraio scorso, è finito in cella (prima a Tolmezzo e poi a Venezia), Mirco Mestre ha ricevuto già due “no” alla scarcerazione. Il primo, pochi giorni dopo l’arresto, dai giudici del Riesame. Il secondo dalla gip che aveva firmato l’ordinanza di custodia cautelare. Secondo l’accusa, Mestre è stato eletto sindaco alle amministrative del 2016 con i voti dei sodali del boss dei Casalesi ad Eraclea Luciano Donadio, promettendo in cambio la possibilità (poi naufragata) di realizzare una centrale a biogas a Stretti. Il Riesame, negando al tempo i domiciliari, aveva evidenziato come Mestre non potesse non sapere con chi aveva a che fare, anche perché era stato in passato l’avvocato di Luciano Donadio. Dal canto suo, Mestre ha negato ogni tipo di accordo con i Casalesi. Ora l’attesa è tutta per la decisione del Riesame, venerdì 7 giugno.
Scritto da Rubina Bon per il quotidiano La Nuova Venezia.