Minacce e intimidazioni come probabile ritorsione alle attività di controllo del territorio, comunale e delle attività economiche; ma anche procedimenti disciplinari e ipotesi di licenziamento per potersi sbarazzare una presenza evidentemente scomoda. Ne ha passati di tutti i colori il comandante della polizia municipale, Domenico Finotto, nei 15 anni trascorsi ad Eraclea, dove presta servizio. È stato lui stesso a raccontare alla polizia alcuni degli episodi di cui è rimasto vittima, decidendo di presentarsi spontaneamente negli uffici della Squadra mobile di Venezia. «Il primo fatto su cui voglio riferire è il caso “ex caravan” che risale al 2007», ha esordito Finotto, ricordando la notizia di reato trasmessa all’epoca alla Procura in relazione ad una concessione edilizia che scatenò «una reazione ostile dell’allora sindaco, Graziano teso, nei confronti della polizia locale di Eraclea».
Finotto ricorda che gli fu abbassata l’indennità di posizione organizzativa e furono avviati procedimenti disciplinari per cose di poco conto. «Teso in diverse occasioni mi invitò verbalmente a lasciare l’incarico e a cambiare Comune». Aggiunge che l’allora sindaco cercò anche di convincere la collega di San Donà, Francesca Zaccariotto, a fare uno scambio tra i rispettivi comandanti della polizia locale. «Progetto che però non andò mai in porto». Nel 2010 fu la vettura del comandante Finotto a finire nel mirino di atti vandalici. «Ho pensato che potesse essere stato qualche operatore legato alle spiagge, dato che avevo irrogato sanzioni… oppure qualcuno legato a Donadio al fine di intimidirmi… già all’epoca una buona fetta della popolazione di Eraclea sapeva della sua capacità intimidatoria e della sua appartenenza al clan dei casalesi». E ancora, il comandante dei vigili ricorda di essere stato pedinato per alcuni giorni. E di aver deciso di rivolgersi all’allora procuratore capo, Luigi Delpino, il quale coinvolse la Digos. Finotto ha poi spiegato che per un periodo, fino al 2011, i rapporti con il sindaco Teso migliorarono. E con il successore, Giorgio Talon, tutto andò bene fino al 2013, quando i vigili fecero un’indagine sul maneggio comunale di Eraclea mare, contestando la mancanza di alcune autorizzazioni. «Da qui la giunta Talon inizia ad avere comportamenti ostili verso di me», ha raccontato il comandante, ricordando di essere stato richiamato perfino «per aver oscurato le vetrate degli uffici… Credo che questa cosa fosse stata fatta per poter continuare a controllarci…» E ancora: «Talon si era deciso a pianificare il mio licenziamento…», ha dichiarato, facendo riferimento ad un’altra indagine avviata dalla polizia locale su un’associazione sportiva, conclusasi con una sanzione amministrativa.
Quanto al sindaco Mestre, coinvolto nell’inchiesta sulla camorra per un presunto voto di scambio con il boss Donadio, il comandante dei vigili ne parla bene: «A differenza dei suoi predecessori ha sempre cercato di mantenere rapporti cordiali con tutti ed evitare conflittualità…» Ricorda, però, che fu Mestre a presentargli uno degli uomini di fiducia di Donadio, l’imprenditore Cristian Sgnaolin, il quale propose di interessarsi alla redazione dei piani di sicurezza e dei corsi di formazione dei vigili. Ma Finotto ascoltò il consiglio di un consigliere comunale e non gli affidò alcun incarico. Nel 2018 la società di Sgnaolin, la Imperial Agency, stilò il piano di sicurezza per la Sagra dell’Assunta.
Scritto da Gianluca Amadori per il quotidiano “Il Gazzettino“