Entro la settimana il Prefetto Vittorio Zappalorto invierà la sua relazione, al Ministero dell’Interno, sulle infiltrazioni della Camorra nel Comune di Eraclea. Sarà quindi il ministro Luciana Lamorgese a proporre, in Consiglio dei ministri, se sciogliere il Consiglio comunale per mafia. Il lavoro del Prefetto Zappalorto non è stato semplice. Anzi. Anche perché la situazione scoperta dalla Commissione di Accesso, che per sei mesi ha passato al setaccio gli atti amministrativi, era più compromessa di quanto potesse apparire. Basterà tutto questo al Prefetto Zappalorto per chiedere lo scioglimento del Consiglio Comunale? Il Prefetto non si lascia andare a nessuna considerazione. L’unica cosa che ha detto, all’inizio dell’analisi è stata: «Non sono abituato a prendere decisioni a cuor leggero». Nel corposo fascicolo su cui ha lavorato Zappalorto e i suoi infatti sono già entrate l’istruttoria e l’ordinanza delle indagini della Procura antimafia veneziana. Ed è stato possibile allegare anche la richiesta di rinvio a giudizio per i 76 indagati e in particolare i 37 a cui è contestata l’associazione di stampo mafioso. L’inchiesta sui Casalesi a Eraclea si è appena conclusa con l’avviso di chiusura indagini che ha fatto affiorare nuovi condizionamenti anche per le elezioni del 2016 a Caorle. Ai Casalesi di Eraclea, capeggiati dal boss Luciano Donadio, sarebbero riconducibili un gran numero di reati tra i quali usura, estorsioni, rapine, truffe, illeciti fiscali, droga e armi. E voto di scambio. La Commissione d’accesso ha passato al setaccio tutti gli atti del Comune di Eraclea, dagli appalti alle delibere di giunta, dai documenti consiliari agli incarichi, per verificare eventuali decisioni prese per agevolare i Casalesi.
Articolo tratto dal quotidiano La Nuova Venezia.