Per il tribunale del Riesame il kosovaro deve tornare in carcere. Kajtaz Kukiqi, 21 anni residente a Cessalto, è chiamato a rispondere delle accuse di omicidio stradale, omissione di soccorso e violazione dell’articolo del codice della strada sul “divieto di gareggiare in strada con veicoli a motore”. C’era lui, la sera del 25 maggio, al volante dell’Audi che, lungo via Mario Del Monaco, si era schiantata con la Ford Focus su cui viaggiava Giuliano Babbo, 53enne di Eraclea che stava tornando a casa dopo il turno di lavoro in fabbrica. La decisione del tribunale del Riesame di Venezia non è immediatamente esecutiva. Dopo che nelle prossime settimane i giudici (presidente Angelo Risi) avranno depositato le motivazioni dell’ordinanza, entro dieci il difensore di Kukiqi, l’avvocato Alessandra Nava, presenterà ricorso in Cassazione. Solo con un eventuale giudizio della Suprema Corte in linea con il Riesame di Venezia, l’ordinanza di carcerazione diventerà esecutiva. A presentare appello al tribunale del Riesame era stata la pm titolare dell’inchiesta, Carlotta Franceschetti. La notte dell’incidente, Kukiqi era stato sorpreso dai carabinieri al pronto soccorso di Trieste dove era andato per farsi medicare le ferite riportate nello schianto con l’auto di Babbo. Il 21enne era stato arrestato assieme al cugino Edmon Balaj, 26 anni di Salgareda, al volante della Alfa 147 che secondo la ricostruzione dell’incidente avrebbe preceduto l’Audi di Kukiqi. In sede di interrogatorio di convalida, il gip Gilberto Stigliano Messuti aveva disposto la rimessa in libertà per Balaj e gli arresti domiciliari per Kukiqi. Secondo il gip, a quello stadio dell’inchiesta non ci sarebbero stati elementi per avvalorare la gara tra auto, sostenendo per il 21enne l’adeguatezza di una misura cautelare meno restrittiva quali sono gli arresti domiciliari. La pm aveva presentato appello esclusivamente per la posizione di Kukiqi sottolineando che «La soluzione cautelare adottata (gli arresti domiciliari, ndr) è del tutto inadeguata a fronte di un pericolo di reiterazione e un contesto familiare tutt’altro che positivo», evidenziando anche il fatto che il giovane era stato fermato già tre volte senza patente. All’udienza di ieri, presente anche Kukiqi, l’avvocato Nava ha presentato una memoria difensiva per contestare le argomentazioni della pm. «L’indagato in questo periodo è rimasto regolarmente agli arresti domiciliari. Se avesse voluto andarsene, lo avrebbe fatto subito. C’era la possibilità di avere il braccialetto elettronico, ma non è stata presa in considerazione», spiega il difensore, «A nostro parere, la richiesta del carcere è inattuale». L’attesa è tutta per le motivazioni del Riesame. Intanto il difensore di Kukiqi nei giorni scorsi ha formalizzato la denuncia a carico di coloro che nei giorni immediatamente successivi al fatto avevano riempito il profilo Twitter dell’avvocato di insulti e offese pesanti.
(Scritto da: Rubina Bon)