Piazza Livenzuola, il comune di Eraclea annulla la variante, persi tre milioni. La variante di Eraclea Mare torna protagonista in un Consiglio comunale gremito per la curiosità che desta questa discussa operazione immobiliare che si avvia al completo annullamento in autotutela della variante. In un’interrogazione Gianni Cerchier ha chiesto delucidazioni sull’iter e sull’intera vicenda. La risposta degli uffici comunale è stata letta solennemente dal vice sindaco, Graziano Teso. Il Comune di Eraclea ha bloccato di fatto, e a cessione dei terreni già avvenuta, l’operazione della società Perla Verde alle porte di Eraclea Mare, tra il campo sportivo e piazzetta Livenzuola, ravvisando delle incongruenze. Doveva essere realizzata la nuova piazza, un supermercato, poi dei negozi e uffici da trasferire al Comune. Come noto, contro questa decisione di bloccare la variante da parte della nuova amministrazione guidata da Mirco Mestre è stato presentato un ricorso al Tar, ma il tribunale amministrativo del Veneto non ha concesso poi la sospensiva richiesta alla società privata. Risultato, una impasse che sta creando tensioni a Eraclea e che ha determinato la decisione dell’amministrazione comunale, adombrando oltretutto un danno erariale, di annullare tutto in autotutela. La risposta degli uffici è stata molto articolata e ha messo in luce sostanzialmente una differenza di complessivi tre milioni tra le somme alle quali sono stati ceduti i terreni secondo gli accordi di pianificazione e quelle stabilite dalla perizia tecnica sugli stessi terreni. Per piazza Livenzuola, l’accordo di pianificazione prevedeva 1.293.000 contro i 2.880.00 della perizia, per una differenza di 1.586.000, mentre per il campo sportivo da circa 674 mila a 2.140.000 mila per una differenza di 1.465.000. Nel complesso oltre 3 milioni di differenza tra le cessioni e le perizie. La lettura è avvenuta pubblicamente nella sala gremita di Ca’ Manetti assieme a molti altri particolari sull’intero iter. Ad esempio viene contestata la flessibilità concessa al Pat, piano di assetto territoriale, che prevedeva la conservazione delle strutture esistenti a meno di prevalenti ragioni di interesse pubblico. Inoltre la variante comporterebbe una riduzione dei servizi esistenti senza integrazione. Sono così spiegate le ragioni di un’azione in autotutela per l’annullamento della variante. L’ex sindaco, ora consigliere di opposizione, Giorgio Talon, è perplesso. «Attendiamo di poter leggere la risposta all’interrogazione», dice, «perché è stata solo letta dal vice sindaco Teso e non consegnata ai consiglieri comunali. E non si sentiva neppure molto bene. Resta il fatto che le valutazioni fatte a suo tempo sono state prodotte dagli stessi uffici che adesso hanno risposto all’ interrogazione con questi dati e allora qualcosa non quadra. L’impressione è che si voglia imporre qualcosa ai soggetti privati. Certo la nostra amministrazione non ha colpe in questa vicenda».
Scritto da Giovanni Cagnassi