Prime multe dai nuovi autovelox, iniziano ad arrivare le sanzioni elevate dopo il serrato controllo di velocità nel territorio di Eraclea. A farne le spese, tanti automobilisti residenti tra Eraclea e San Donà, soprattutto quelli nella direzione di Caorle. In particolare nella frazione di Stretti, dove le multe sono state più fastidiose. «Mi sono trovato una bella multa», protesta C.L. di San Donà «perché transitavo a 57 chilometri orari. Considerata una tolleranza di 5, ero a 62 chilometri. Voglio precisare che lungo una strada dritta e larga come quella di Stretti, verso Caorle, non è difficile superare il limite. Di certo non stavo correndo come fossi in un circuito di Formula 1 e ritengo, a nome di tanti altri cittadini che hanno vissuto questa mia esperienza, che magari lo strumento di controllo velocità potrebbe essere tarato a un limite più elevato per non indurre la comunità a ritenere che l’autovelox sia il solito strumento per fare cassa». A Stretti, però, molti residenti hanno chiesto che fosse effettuato un controllo costante dei veicoli alla luce dei tanti incidenti stradali e della velocità che raggiungono abitualmente tanti automobilisti in transito verso le spiagge, che magari vanno a molto di più che a 62.
A piè di questo articolo scritto da Giovanni Cagnassi e pubblicato sul quotidiano “La Nuova Venezia” desideriamo fare un paio di considerazioni. La prima riguarda le lamentele espresse dal cittadino/a C.L. per la multa in cui è incappato/a per aver superato il limite di velocità presente in quel tratto di strada. Gentile signore/a se ci sono dei limiti, che piacciano o meno, questi vanno rispettati, può capitare a chiunque di noi di eccedere e di conseguenza bisogna saper accettare la sanzione prevista. Per infrangere il limite non è necessario, come lei afferma, viaggiare a velocità da Formula 1 ed i 50 Km/h di limite sono comprensibili e giustificati anche in strade dritte e larghe. Nella sua città, San Donà di Piave, c’è chi ha deciso di adottare metodi molto più drastici come lo “Scout Speed”, un sistema subdolo che non ha niente a che vedere con la prevenzione.
La seconda considerazione riguarda la decisione dell’amministrazione comunale di Eraclea di piazzare tre True-Box in tre distinte zone del territorio comunale. Se l’amministrazione ha veramente a cuore la sicurezza dei propri cittadini le tre apparecchiature per la rilevazione della velocità fino ad ora installate sono insufficienti, inoltre sarebbe interessante conoscere il criterio in base al quale sono state scelte le tre zone. Se prendiamo in considerazione il capoluogo, visto che è l’agglomerato urbano con più abitanti, maggiore densità, presenza di scuole, in pratica la zona più sensibile al traffico veicolare, un solo misuratore di velocità è del tutto insufficiente. Il capoluogo ha come arterie principali di accesso la via Fausta e la via Piave, entrambe sono interessate da un notevole flusso veicolare di automobili e di mezzi pesanti. In via Fausta è stato piazzato il True-Box destinato al capoluogo mentre in via Piave non solo manca questo strumento (probabilmente a causa della mancanza di uno spazio adatto) ma è del tutto assente la segnaletica verticale. Per segnaletica verticale si intendono quei cartelli che, nel caso specifico, indicano il limite di velocità. Lungo la via Piave, strada ad alta densità di abitanti, sfrecciano impunemente a qualsiasi ora automobili, mezzi pesanti ed autobus di linea. Il limite vigente è superato anche dagli autisti del trasporto pubblico che dovrebbero dare il buon esempio. A transitare lungo la via Piave ad Eraclea ci sono anche molti automobilisti che provengono da fuori provincia per raggiungere le spiagge di Jesolo Lido ed Eraclea Mare. Questi ultimi non hanno la minima idea che in quel tratto di strada ci sia il limite di 50 Km/h perchè non è minimamente segnalato. In entrambi i sensi di marcia non c’è un solo cartello che indichi il 50 all’ora e mai c’è stato nonostante questa grave mancanza sia stata segnalata in passato alle amministrazioni comunali.