Revocati gli arresti domiciliari a Mirco Mestre, l’ex sindaco che era finito in carcere lo scorso 19 febbraio, durante la maxi inchiesta sulle infiltrazioni dei Casalesi ad Eraclea che aveva comportato l’arresto di altre 49 persone. Accusato di voto di scambio con la criminalità organizzata, difeso dall’avvocato Emanuele Fragasso jr, nella giornata di ieri l’ex primo cittadino ha ricevuto la notifica della revoca dei domiciliari. Una decisione che di fatto segue l’avviso della conclusione delle indagini preliminari dei giorni scorsi, mentre nei suoi confronti è stato deciso di applicare un’unica misura restrittiva, il divieto di svolgere la professione di avvocato per 12 mesi.
Mestre era uscito dal carcere di Santa Maria Maggiore lo scorso 7 giugno, dove è rimasto per 107 giorni, passando poi al regime degli arresti domiciliari nella sua abitazione di Eraclea. Fino a ieri, quando ha appunto ricevuto la notizia che attendeva da mesi. L’ex sindaco si era dimesso subito dopo l’operazione che aveva scatenato il suo arresto. Prima con un telegramma inviato direttamente dal carcere di Tolmezzo dove inizialmente si trovava (successivamente è stato trasferito a Venezia), e poi attraverso una lettera depositata da un famigliare in Municipio con un’apposita delega. Nei suoi confronti l’accusa è quella di essere stato eletto nel 2016 con i voti, poco meno di cento, garantiti del boss dei Casalesi ad Eraclea Luciano Donadio, promettendo in cambio la possibilità, poi naufragata, di realizzare una centrale a biogas a Stretti. Da subito nel suoi confronti la popolazione di Eraclea si è divisa in due tra innocentisti e colpevolisti. Con i primi forse più numerosi rispetto al secondi. E proprio per questo a marzo, pochi giorni dopo il suo arresto, alcuni professionisti della zona avevano avviato una raccolta firme in suo sostegno. Oltre 500 le firme raccolte. A partecipare alla petizione professionisti, giovani, gente comune e perfino un parroco. Ma soprattutto gli amici fraterni, gli stessi che ora vorrebbero consegnare nelle mani dell’ex sindaco la stessa petizione come forma concreta di solidarietà. E non a caso ieri sera la notizia della revoca dei domiciliari all’ex sindaco si è diffusa rapidamente in città. Prima di tutto fra amici più stretti e poi anche nel gruppo di maggioranza, all’interno del quale più di qualcuno ha riferito di sentirsi «finalmente felice per questa decisione» e di «voler attendere i successivi risvolti con fiducia». Ma più in generale tutta la città su questa vicenda, un vero e proprio terremoto giudiziario che ha colpito nel profondo l’intero Sandonatese, attende che venga fatta chiarezza fino in fondo. In molti attendono quindi di conoscere cosa accadrà nei prossimi giorni, quindi quali saranno le decisioni del Tribunale dopo la conclusione delle indagini preliminari.
Scritto da Giuseppe Babbo per il quotidiano “Il Gazzettino“