Superata l’emergenza legata alla piena del Piave, con il rientro a casa delle 10 famiglie sfollate nella frazione di Revedoli, ora è iniziata la conta dei danni. Non solo nell’area golenale ma anche sulla spiaggia di Eraclea Mare flagellata dalla mareggiata dei giorni scorsi. Anche in questo caso la furia delle onde ha lasciato un segno profondo su tutto l’arenile. Pesantissime le conseguenze, tanto che le prime stime indicano almeno 50mila metri cubi di sabbia divorati dal mare in burrasca. Di fatto a sparire è stata quasi tutta la sabbia distesa la scorsa primavera formando su ciò che resta della spiaggia uno scalino di circa 60 centimetri. Ma soprattutto scoprendo gran parte dei gradoni della diga in cemento. Una situazione di potenziale pericolosità. Per questo il Comune da ieri ha dovuto vietare il transito ai pedoni lungo la diga, soprattutto nella zona Sa1, il tratto di spiaggia centrale e quello più segnato dall’erosione del mare. «La situazione è devastante commenta il sindaco, Mirco Mestre, che ieri mattina ha effettuato un sopralluogo sull’arenile la mareggiata ha fatto sparire gran parte della sabbia, scoprendo quasi tutta la diga. Vista la pericolosità abbiamo dovuto vietare il transito ai pedoni nella zona centrale dell’arenile, in questo momento diventa perfino difficile anche fare delle stime perché non erano stati fatti nemmeno degli accumuli di sabbia, le onde hanno portato via gran parte della sabbia che era stata distesa la scorsa primavera. Sicuramente nelle prossime settimane dovranno essere fatti dei ragionamenti su come intervenire per le opere di ripristino». Sotto controllo invece la situazione a Revedoli, nelle vie Pascoli e Murazzetta dove le 10 famiglie evacuate hanno fatto ritorno a casa: per sicurezza la protezione civile continua a monitorare la situazione. «In questo caso la situazione sta tornando alla normalità conclude Mestre ma è sempre meglio prestare attenzione. I nostri volontari si sono anche offerti per aiutare le famiglie che avessero particolari necessità nella rimozione del fango da casa».
Scritto da Giuseppe Babbo per il quotidiano “Il Gazzettino“