In strada per chiedere di riprendere il proprio lavoro. Esplode in tutta la provincia di Venezia la protesta di imprenditori, albergatori e lavoratori stagionali, pronti a scendere in piazza per protestare contro le chiusure delle attività fino al primo giugno. Ad Eraclea un centinaio di Partite Iva hanno manifestato in modo spontaneo in piazza Dancalia di fronte a bar, gelaterie e hotel chiusi come se fosse pieno inverno. Un messaggio forte e chiaro quello udito ad Eraclea Mare. Un centinaio di manifestanti che in modo spontaneo si sono ritrovati alle 17 di giovedì nel cuore della località balneare. Mascherina in volto, tutti rigorosamente distanziati e controllati da una discreta presenza di forze dell’ordine e ripresi da un operatore video di Tele Venezia, i cittadini hanno urlato tutto il loro malcontento.
«Per due mesi» ha detto Luca Bortoluzzo, albergatore di Eraclea Mare tra i primi a prendere la parola «siamo stati rispettosi e siamo rimasti chiusi in casa, ora chiediamo rispetto per il nostro lavoro e per quello dei nostri dipendenti. Non abbiamo alcuna certezza su quando si potrà avviare la stagione, la data del primo giugno è solo un’ipotesi ma a noi servono certezze. I nostri ospiti ci chiamano ogni giorno per chiederci informazioni, noi non sappiamo più che risposte dare è una situazione diventata insostenibile. Di certo non possiamo aspettare il primo giugno per sapere come muoverci. Se non ci arriveranno risposte a breve, siamo disposti a scendere ancora una volta in piazza, ci piacerebbe avere anche il sostegno delle amministrazioni comunali». Sulla stessa lunghezza d’onda gli interventi successivi. «Vogliamo essere messi nelle condizioni» ha spiegato una manifestante «di fare il nostro lavoro e di pagare le tasse. Se non sarà possibile aprire lo stato non ci deve rinviare i pagamenti dei tributi, li deve annullare».
Un’altra questione della protesta in piazza è stata quella del bonus da 600 Euro. «A molti non è arrivato» aggiunge un lavoratore stagionale «perchè promettere se poi non ci sono coperture adeguate?».
Scritto da Giuseppe Babbo per il quotidiano “Il Gazzettino“