Il nuovo commissario prefettizio ha voluto incontrare le forze politiche di Eraclea. Graziano Teso, vice sindaco (indagato), è stato il primo. «Ho dato il benvenuto al commissario cui ho augurato buon lavoro», ha commentato, «e garantito la nostra collaborazione in caso di necessità. Ora ci sarà il passaggio della cassa, come si dice e attendiamo eventuali altre formalità. Non ho altro da dire dopo tanti giorni difficili. Resta l’amarezza di aver vissuto questo esito delle operazioni delle forze di polizia e delle indagini chiedendoci il perché visto che iniziano vent’anni fa». Ora quello che farà Graziano Teso, pensionato con un consistente podere coltivato a prosecco per circa 8 ettari, non è dato sapere. Come Cincinnato potrebbe ritirarsi a godere dei beni della terra. Oppure tornare se il suo “popolo” lo convincerà, passata la buriana.
L’ex sindaco, Giorgio Talon, passato all’opposizione come capogruppo della Civica con Talon, è stato il secondo a entrare ieri nell’ufficio del commissario. Talon con tutta probabilità tornerà a candidarsi alle prossime elezioni per amministrare ancora nel segno del buon governo. Ha partecipato in prima fila alla manifestazione di Libera contro le mafie a Padova. In tuta ginnica, perché non era al lavoro con il tradizionale abito scuro e cravatta, è arrivato in mattinata, convocato dal commissario, anche Gianni Cerchier della Lega, leader della Civica Scelgo Cerchier Sindaco. Ha mantenuto la sua linea improntata alla sobrietà e rispetto assoluto e non ha in alcun modo voluto esprimere commenti dopo il saluto di rito al commissario prefettizio nel municipio. Da vice sindaco era tra quelli che dimettendosi aveva fatto cadere la prima giunta Teso. Ora si è dimesso da consigliere comunale, prima che decadesse il Consiglio con le dimissioni del sindaco in assenza di quelle della maggioranza. Cerchier, che lavora in Regione, ha due lauree ed è un funzionario preparato e stimato, non si candiderà più e con la politica dice di aver chiuso dopo questa ultima esperienza vissuta che ha segnato profondamente la cittadina.
Scritto da Giovanni Cagnassi per il quotidiano La Nuova Venezia.