Il vice sindaco di Eraclea Graziano Teso ritiene di essere stato travisato dopo l’incontro con i cittadini a Ca’ Manetti per spiegare la sua verità sulle indagini per mafia. Ha così deciso di non parlare più con i giornalisti in questi giorni. Lo ha comunicato ieri in accordo con i legali e il suo gruppo politico. Tutto era cominciato nel centro civico di Eraclea Paese giovedì sera, dopo la manifestazione contro le mafie organizzata dai sindacati, ha incontrato circa 150 cittadini, platea gremita, per ripercorrere le fasi del cataclisma che ha sconvolto la cittadina, con il sindaco Mirco Mestre arrestato e in carcere di massima sicurezza, il vice sindaco stesso indagato. Ha usato parole forti, criticato anche le indagini. Parole e frasi che hanno destato la dura reazione di molti altri amministratori pubblici. Per questo Teso ha voluto precisare di non essere stato compreso in quella che era solo una difesa di Eraclea e dei cittadini, con il massimo rispetto per la magistrature e le indagini in corso. Secondo l’opposizione e Talon, le dimissioni del sindaco hanno «sgomberato il campo da inutili discussioni» e quindi recita il requiem per l’amministrazione. «Il gesto di Mirco Mestre, al di là degli aspetti di strategia processuale», dice Talon, «sono nel segno di quanto le opposizioni auspicano: cambiare pagina con lo scioglimento del Consiglio comunale. Anche se le dimissioni del sindaco porteranno allo stesso risultato delle dimissioni dei consiglieri, riteniamo abbiano ancora un forte significato politico. Non dobbiamo dimenticare che i gruppi consiliari di opposizione, sono in minoranza, ma rappresentano la maggior parte degli elettori che si sono espressi nel 2016. Va fatto un appello a tutte le realtà associative, anche i giovani devono attivarsi e possono costruire un presidio di legalità. Ringrazio le forze dell’ordine e la magistratura che, con il loro lungo e silenzioso lavoro, hanno operato per far valere la legalità».
Scritto da Giovanni Cagnassi per il quotidiano La Nuova Venezia.