L’ Università Bocconi premia il progetto di una infermiera di Eraclea. Un nuovo sistema di assistenza agli anziani che offra più professionalità rispetto alle ormai tradizionali badanti, è il punto di forza del progetto di start up premiato alla Bocconi di Milano. Protagonista, nel team di dieci figure professionali alla base della proposta, è un’infermiera di Eraclea che lavora all’ospedale Ca’ Foncello di Treviso. Paola Iop, 47 anni, assieme ai suoi nove colleghi tra medici, farmacisti e avvocati ha risposto al bando della Start Up 2016 dell’Università Bocconi, venendo poi selezionati assieme ad altri 41 progetti, e quindi risultando tra i migliori tre alla fine del percorso. «“Assieme”, questo il nome del progetto, è studiato per sopperire alla carenza assistenziale domiciliare nella quale si trova la popolazione anziana del centro storico di Venezia», argomenta Paola Iop. «Uno dei problemi che affligge la sanità italiana è la presa in carico del paziente anziano non autosufficiente, del quale il Sistema sanitario nazionale non riesce a farsi carico. Le persone coinvolte devono quindi provvedere autonomamente ad assicurarsi le cure in termini clinici e assistenziali. Il centro di ricerca sulla sanità dell’Università Bocconi (Cergas) da anni sta studiando il fenomeno della inefficace presa in carico del paziente anziano. È stato rilevato un forte aumento delle ospedalizzazioni reputate improprie». Da qui parte l’idea di creare delle figure più professionali delle badanti, cioè operatori sociosanitari con maggiore formazione sul fronte assistenza anziani, battezzati Grannysitter. «Tante donne o anche uomini che si improvvisano badanti in Italia, nella vita hanno fatto o studiato altro all’estero, ma non sanno come approcciarsi a un anziano non autosufficiente», prosegue Paola Iop di Eraclea. «Parlo di dosaggi farmaceutici, alimentazione e altro ancora. I rischi poi ci sono fino ai maltrattamenti già visti. Con il nostro progetto puntiamo a creare una struttura indipendente in centro storico che, in un secondo momento, possa convenzionarsi con il pubblico. Stiamo cercando finanziatori per coprire le spese di avviamento, circa 628 mila euro che comprendono arredi e strumentazione, e uno spazio di almeno 150 metri. L’ obiettivo è quello di offrire servizi assistenziali di alta qualità a persone non autosufficienti, e un portafoglio di servizi che vanno dalla fisioterapia alla diagnostica domiciliare».
Autore: Simone Bianchi