Da quanto emerge dalle indagini, la presenza del clan nel territorio eracleense durava da tempo», spiega il Prefetto Vittorio Zappalorto, dopo l’arresto per mafia del sindaco di Eraclea Mirco Mestre. Il sindaco, come previsto dalla legge, è stato automaticamente sospeso. Il Prefetto a già iniziato ad affrontare la questione del Comune del litorale a cui hanno arrestato il sindaco. La Prefettura ha inviato al Ministero dell’Interno la documentazione relativa. È infatti il Ministero che deve nominare la commissione di accesso che poi sarà definita dal Prefetto. Oltre a funzionari prefettizi questa sarà composta da rappresentanti delle forze dell’ordine. La commissione avrà accesso a tutti gli atti del Comune sia del sindaco arrestato, ma anche degli altri assessori senza dimenticare i consiglieri e gli impiegati. Graziano Teso però sembra aver preso la sua decisione: «Non mi dimetterò». Anche ieri il vice sindaco di Eraclea indagato nell’operazione della Dda di Venezia che ha portato all’arresto del sindaco Mirco Mestre e di altre 50 persone, è arrivato in Comune con la mazzetta dei giornali e un’aria rassicurante. È sempre lui il “grande saggio” del gruppo politico ora al governo della città, quella “Eraclea si Cambia” che ha portato ad amministrare Mirco Mestre . Ora, in assenza del sindaco, è il vice sindaco che ha le funzioni e i poteri. Eraclea ha ancora una giunta, una sua maggioranza. Ma nessuno parla a parte Graziano Teso. Aspettano gli esiti del provvedimento di custodia cautelare, sperando, anche se lontanamente, che sia ritirato. E attendono anche un pronunciamento della Prefettura, cui si sono rivolti per sapere al più presto quale sarà il destino dell’amministrazione comunale. «Ricordo per dovere di cronaca», dice Teso, «che anche io ho subito in anni difficili un duro colpo quando mi tagliarono il vigneto a fianco della mia abitazione. Un episodio oscuro che ancora non trova spiegazioni. Non sono stato immune a certi attentati che hanno caratterizzato questo territorio. Al nostro sindaco Mirco mi sento di dire che ha tutta la nostra fiducia e solidarietà. Gli siamo vicini, certi che la sua attività amministrativa nulla ha a che fare con questa vicenda giudiziaria e che probabilmente è stata la sua attività di avvocato a coinvolgerlo in altri ambiti. Anche oggi (ieri ndr) abbiamo avuto un incontro con il segretario comunale per un’attenta verifica e monitoraggio di tutti gli atti amministrativi. Ed è stato accertato che non vi è un atto, un fascicolo o un’istanza che possa essere riconducibile a Luciano Donadio. Quindi siamo sereni. E non abbiamo intenzione di dimetterci. Attendiamo fiduciosi cosa deciderà nei prossimi giorni la Prefettura». Oggi dovrebbe riunirsi una giunta, ma il condizionale è d’obbligo. Poi altre riunioni della maggioranza per fare chiarezza. Ma tutti brancolano del buio, a parte Teso che sembra ostentare grande sicurezza. Giorgio Talon, il sindaco di centrosinistra sconfitto per 81 voti è determinato: «Noi dell’opposizione attendiamo un pronunciamento della Prefettura per capire se il Consiglio comunale sarà sciolto. Se non ci saranno novità dovremmo pensare al fatto che abbiamo un sindaco arrestato con accuse gravissime, un vice sindaco indagato per le stesse motivazioni, e consiglieri di maggioranza eletti perché furono indicati da persone associate alla criminalità. Di fronte a questa situazione saremo dunque noi a chiedere formalmente le dimissioni del Consiglio comunale».
Scritto da Giovanni Cagnassi e Carlo Mion per il quotidiano La Nuova Venezia.