Graziano Teso ha scelto il rito abbreviato

L’ex sindaco e poi vicesindaco di Eraclea Graziano Teso ha quindi scelto di evitare il dibattimento e di farsi processare con il rito abbreviato che garantisce, in caso di condanna da parte del giudice, lo sconto di un terzo della pena. In aula bunker a Mestre la richiesta è stata formalizzata al Gup Andrea Battistuzzi nell’udienza preliminare dal legale di Teso, l’avvocato Daniele Grasso. L’avvocato ha anche depositato alcuni documenti, atti amministrativi del Comune di Eraclea, dai quale emergerebbe – secondo la difesa – l’estraneità di Teso rispetto alle accuse che gli vengono mosse dai sostituti procuratori Roberto Terzo e Federica Baccaglini nell’ambito dell’inchiesta sulla presenza dei Casalesi della famiglia Donadio a Eraclea.

Teso è accusato di concorso esterno in associazione mafiosa: per la procura è l’uomo che avrebbe garantito la copertura amministrativa degli affari del boss Luciano Donadio e del suo clan. Sindaco uscente nel 2005 e poi riconfermato nel 2006 con un vantaggio di 266 voti che, secondo la procura, sarebbero stati portati anche dagli uomini di Donadio. Teso in particolare – ha ricostruito l’accusa – era in contatto con Luciano Donadio e Graziano Poles dai quali aveva avuto anche un sostegno economico per la campagna elettorale, circa 10 mila euro. Tra le altre cose l’ex sindaco si sarebbe impegnato, a fronte del sostegno economico e della campagna elettorale, a favorire la vendita dell’hotel Victory, per 6 milioni e 500 mila euro, di proprietà degli stessi Poles e Donadio, e ad agevolare pratiche edilizie alle quale i due erano interessati con le loro società. Gli atti amministrativi depositati ieri dall’avvocato difensore di Teso mirano a dimostrare che non ci sarebbe stata nessuna corsia preferenziale per le società di Donadio, e che tutti gli atti amministrativi seguirono il normale iter, come per qualsiasi altra pratica. L’avvocato Grasso ha anche chiesto che possano venire ascoltati tre testimoni che potrebbero meglio chiarire l’estraneità di Teso al clan.

Scritto da Francesco Furlan per il quotidiano “La Nuova Venezia”