Laguna del Mort, un coro di no al nuovo villaggio turistico

Villaggio turistico Rurale a Valle Ossi, ambientalisti e politici preoccupati per l’impatto che rischia di essere insostenibile. Intanto, il piano di gestione del rischio alluvioni potrebbe mettere in discussione l’intervento che infatti richiederà molto più tempo per essere completato, almeno un altro paio d’anni.Il progetto della società toscana Human Company prevede un investimento di circa 100 milioni alle spalle della Laguna del Mort, oasi naturalistica e area Sic, sito di interesse comunitario, con ecosistema delicatissimo. Eraclea Village ha un potenziale turistico di circa 1,2 milioni presenze l’anno, occupazione per circa 600 addetti. Il nuovo villaggio, che potrebbe essere attivo tra circa tre anni, è integrato in un sistema di servizi ambientali, con il recupero del patrimonio edilizio storico, testimonianza culturale del sistema di bonifica del litorale. Si allargherà su circa 150 gli ettari di parco turistico rurale e territoriale, con potenziali 14 mila presenze giornaliere. Maurizio Billotto, del circolo territoriale di Legambiente, è preoccupato: «Il piano gestione del rischio alluvioni mette tutto in discussione e richiede garanzie per la sicurezza molto importanti, anche se tornare indietro dal punto di vista giuridico formale ormai sarà impossibile». Non è dello stesso avviso Danilo Biondi (Vivere Eraclea). «Per quanto riguarda la Laguna del Mort», commenta, «siamo d’accordo con la creazione di un’oasi naturalistica ma senza perdere altro tempo, programmando un piano di salvaguardia e interventi mirati. Quel villaggio non potrà reggere in un’area a forte rischio idraulico e bisogna avere il coraggio di pensare ad altro. Perché la Laguna del Mort è abbandonata a stessa e la mareggiata del 22 novembre ha evidenziato come l’acqua voglia riprendersi questo tratto di costa.Il 22 novembre a est della Laguna, il mare, a circa +2 metri sul livello medio, è entrato nella darsena, ha allagato il parcheggio interno e ha sollevato le barche sulla banchina, a sud ha scavalcato i gradoni della diga passando sopra le dune. I gradoni, già compromessi e collassati in più punti a causa dalle precedenti mareggiate, hanno subito altri danni strutturali.«A sud-est», aggiunge, «il mare è entrato nel letto del Piave e penetrato per 30 metri nella golena sradicando alberi e arbusti». A nord il Revedoli è esondato in via Vallesina e Via Fagiana con chiusura delle strade. «Credo sia chiaro», conclude, «che questi segnali sono preoccupanti. Il nostro Comune deve essere affiancato a Jesolo con una regia della Regione perché serviranno risorse importanti per salvare quest’oasi. Cosa potrebbe accadere con 14 mila presenze di un villaggio turistico davanti a calamità ancora più gravi che purtroppo non saranno una rarità in futuro?»

Scritto da Giovanni Cagnassi per il quotidiano La Nuova Venezia

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *