Si terrà lunedì prossimo, 27 marzo, la marcia contro le mafie organizzata dalla Cgil, Cisl e Uil ad Eraclea. Il ritrovo è stato fissato per le 17.30 in piazza Garibaldi. L’iniziativa, voluta appunto dai sindacati confederati, fa seguito a quanto accaduto nelle ultime settimane, in particolare la scarcerazione per decorrenza dei termini di custodia cautelare del presunto boss dei Casalesi Luciano Donadio e del figlio Adriano, con i relativi festeggiamenti con tanto di fuochi d’artificio per il loro ritorno a casa.
Ad aderire all’iniziativa è stata anche la capogruppo del Movimento 5 Stelle al Consiglio regionale del Veneto, Erika Baldin (nella foto), che ha anche proposto di ospitare proprio a Eraclea la Giornata nazionale contro le mafie. «Partecipo convintamente all’appello dei sindacati spiega la consigliera perché, se fosse confermata la circostanza secondo cui “l’inchino” e i fuochi d’artificio in paese erano destinati al ritorno di Donadio, si tratterebbe di un increscioso affronto al sentire comune, del tutto inaccettabile. Al proposito, il 13 febbraio ho presentato anche una risoluzione al Consiglio regionale, affinché l’organo non solo condanni tutte le forme di criminalità, ma riconosca la lotta alla mafia quale priorità della sua azione, attivandosi anche per far sì che gli eventi della Giornata nazionale contro le mafie siano organizzati proprio nel Comune di Eraclea».
Baldin ricorda che da sempre il M5S denuncia le infiltrazioni delle mafie anche nel nord. «Si tratta di un fenomeno che purtroppo si nutre di minimizzazione e indifferenza aggiunge. Non a caso, nella scorsa legislatura il Movimento ha ottenuto in Consiglio regionale l’approvazione all’unanimità di una legge che impone alla Giunta regionale del Veneto di costituirsi parte civile nei processi per mafia, come è avvenuto appunto a Eraclea». Da ricordare che la sindaca Nadia Zanchin ha più volte annunciato che l’Amministrazione non sarà in piazza visto il momento delicato del processo e che sarebbe opportuno attendere la fine del procedimento
Scritto da Giuseppe Babbo per il quotidiano Il Gazzettino