Migliorano le condizioni del 26enne accoltellato venerdì notte

Migliorano le condizioni del 26enne accoltellato venerdì notte da due 20enni di Eraclea, Giulio M. e Stefano C., nel parcheggio del Pala Expomar dove era in corso il “Caorle Street and Food Festival”. Umberto Cagiano, il giovane di Caorle, ha rischiato la morte e solo per un caso fortuito non è stato ucciso. Uno dei fendenti ha sfiorato di pochi millimetri l’arteria femorale. Umberto, ora in preda a forti dolori, parla dal letto d’ospedale a Portogruaro: «Ho visto che un mio amico era in difficoltà, poi mi sono trovato in un mare di sangue, mi avevano appena accoltellato, non me lo aspettavo», ha detto il 26enne ai carabinieri. L’amico è il preparatore atletico de La Salute, Andrea Ceccotto. È lui che ha subito la rottura del telefono cellulare dopo un contatto fortuito con una ragazza che faceva parte del gruppo con Stefano C. e Giulio M. «Ho cercato di dividere le parti e mi sono ritrovato un coltello conficcato nel rene. Ho perso sangue. Poi ho realizzato che si trattava di Stefano C., lo conosco da tempo poiché è inserito come me nel mondo del calcio». Ha parlato anche Pasquale Cagiano, papà di Umberto: «Io sabato mattina ero un uomo distrutto, ci hanno svegliato alle 4.30 i carabinieri, dicendoci che Umberto, la persona più buona di questo mondo, era stato accoltellato poco prima. Ci è franato il mondo addosso, perché avevamo percepito che mio figlio fosse in pericolo di vita. Per fortuna le sue condizioni vanno migliorando. Mio figlio mi ha detto che ha riconosciuto Stefano C. perché hanno giocato a calcio assieme, e so che anche Giulio M. gioca a pallone. Questo rende la vicenda ancora più incredibile. Migliorano le condizioni del 26enne accoltellato venerdì notteTra l’altro durante il festival, il gruppo di mio figlio e quello dei ragazzi arrestati hanno mangiato a poca distanza l’uno dall’altro. Quanto accaduto è assolutamente inconcepibile. Sono profondamente colpito dal fatto che alcuni giovani circolino per strada con un coltello e poi tornino a dormire dopo una violenta aggressione. Come fosse una cosa normale».

Credits: Testo tratto dal quotidiano “La Nuova Venezia“, foto dal sito web del La Salute calcio

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