Taglio dei pini a Eraclea e Caorle, Legambiente lancia l’allarme

Taglio dei pini a Eraclea e Caorle, Legambiente lancia l’allarmeTaglio dei pini a Eraclea e Caorle, Legambiente lancia l’allarme. «Amministratori e tecnici sembrano colpiti dalla “motoseghite” acuta, che si manifesta nell’abbattimento, indiscriminato, dei pini marittimi, che tanto hanno contribuito a difendere le terre bonificate e disegnano i profili del litorale e delle strade ». Legambiente Veneto Orientale lancia l’allarme per quella che non esita a definire la «cancellazione del paesaggio del litorale». «Ora che le barriere contro i venti del mare sono fatte da un susseguirsi ininterrotto di costruzioni che hanno cancellato dune e paesaggi costieri, l’apporto dei pini sembra divenire non più necessario», attaccano gli ambientalisti del circolo Pascutto-Geretto, «così, dopo Jesolo, anche Eraclea e Caorle hanno deciso di liberarsi di questi fastidiosi alberi. La motosega avanza, autorizzata da amministratori che non si preoccupano di cercare soluzioni programmate e di minor impatto. Se da un lato condividiamo la necessità di interventi mirati a rimuovere alberi pericolanti o altre situazioni di pericolo, dall’altra non possiamo fare a meno di ricordare che il patrimonio arboreo va gestito, ovvero va fatta la necessaria e periodica manutenzione». Legambiente punta il dito, in particolare, contro i lavori che a Eraclea Mare hanno portato ad abbattere una trentina di pini tra via Dancalia e via degli Olivi. «Agli amministratori vorremmo ricordare che Eraclea Mare ha nello stemma il pino marittimo. Perciò, se vogliono continuare così, si preoccupino almeno di modificarne il logo», proseguono gli ambientalisti, «immaginiamo che non abbiamo mai avuto occasione di transitare in viale Primavera a San Donà, perché avrebbero potuto vedere come si possono realizzare ottimi interventi di manutenzione, conservazione del paesaggio e tutela del microclima urbano ». Legambiente ricorda la funzione delle alberature nello stabilizzare il microclima urbano, ritenuto tra le cause delle “bombe d’acqua”. «L’abbattimento di decine di alberi aumenta anche di 3-4 gradi la temperatura al suolo, modificando sensibilmente il clima urbano. La sostituzione non basta, un albero è un patrimonio che richiede anni di investimento», conclude il suo intervento Legambiente.
Giovanni Monforte

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