Un asciugamano insanguinato ha portato all’identificazione dei due cugini kosovari

Un asciugamano insanguinato ha portato all’identificazione dei due cugini kosovari ora accusati di aver provocato l’incidente stradale che, nel maggio dello scorso anno, costò la vita a Giuliano Babbo, l’operaio di 53 anni di Eraclea, travolto a bordo della sua vettura mentre stava rientrando a casa dopo un turno di lavoro alla 3B di Salgareda. Lo hanno riferito i carabinieri, ascoltati ieri in qualità di testimone al processo a carico di Kajatz Kukiqi, il ventunenne di Cessalto che, pur senza patente, si trovava al volante dell’Audi 3 che provocò lo schianto fatale, ed Edmon Balaj, 26 anni, di Salgareda, la cui vettura era passata pochi istanti prima (e dunque non rimase coinvolta nell’incidente) ma, secondo il pm Carlotta Franceschetti, ha avuto comunque una responsabilità. Entrambi sono imputati di omicidio stradale, nonché della violazione dell’articolo 9 del Codice della strada, che punisce chiunque gareggi con veicoli su strada. Kukiqi anche di guida senza patente. Di fronte al giudice Alberto Ciampaglia, i carabinieri hanno riferito in merito ai rilievi effettuati per ricostruire la dinamica del sinistro, nonché sulle ricerche del conducente della vettura “pirata” che non si fermò a prestare soccorso e fu portato dal fratello al pronto soccorso di Trieste per farsi curare. L’auto incidentata risultò intestata ad un’ignara signora ultrasettantenne, la quale fu perquisita nella notte. Poi, grazie ad un testimone, gli inquirenti risalirono alla vettura condotta dal cugino Balaj e si appostarono sotto casa sua, intercettando il fratello di Kukiqi che, al ritorno dall’ospedale, fu trovato con un asciugamano insanguinato e mandò i carabinieri a Trieste. Determinanti saranno i tre testimoni che, prima dell’incidente, videro le auto dei due cugini sorpassarsi ripetutamente. Kukiqi si trova agli arresti domiciliari: incidente_stradale_vittima_eraclea in un anno e mezzo, dal febbraio del 2015 al settembre del 2016, fu fermato per ben tre volte alla guida di un’autovettura pur essendo privo di patente. Il cugino è in carcere per scontare una definitiva relativa ad un’altra vicenda penale in cui era rimasto coinvolto.

Scritto da Gianluca Amadori per il quotidiano “Il Gazzettino

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